La stagione delle camelie, a Stresa: profusione di fiori, scelta a tutto campo. Ogni anno nascevano quadri “sontuosi”, che a volte “sparivano” prima ancora di poterli fotografare ... Quest’opera è rimasta più delle altre perché l’Artista non voleva cederla: ne era soddisfatta, desiderava riservarla alle Mostre personali. Sarà dunque la prima a troneggiare nella “sala Chierego”, quando si troverà un Comune disposto a dedicare all’Artista uno spazio permanente.
Una “natura in posa” senza drappeggi: insolita nella produzione dell’Artista. Il fondo scuro sembra voler rovesciare la prospettiva: non siamo noi ad “entrare” nel quadro, dirigendoci verso il fondo, ma è la composizione ad emergere dal nulla, venendo incontro all’osservatore. I rami tracciano un’inconsueta diagonale che procede non soltanto dall’alto al basso, ma anche dal più lontano al più vicino, avvicinandosi alla chiarezza del reale. Un rametto di solo bocciolo accenna alla direzione opposta, abitando lo spazio buio senza modificare il movimento della composizione. Foglie e fiori sono suggeriti nei punti di maggior luce, smarrito ogni particolare. Il vaso occupa esattamente il centro della zona bassa: un “tocco” di normalità ... ma non è appoggiato alla cornice: lascia spazio per suggerire, sul tavolo lucido, il riflesso dell’intera composizione, che però è interrotto al primo accento quasi squillante.
C’è il passato, sullo sfondo, che ci consegna quasi ricordi di luce ... C’è il futuro, nel riflesso, che dichiara non esaustiva l’opera: ci sarà molto di più ... C’è il presente, in quel vaso che evoca la stanza, una finestra, la luce radente della sera, le tende appena scostate: tutto è colto, scelto, conquistato, apprezzato. C’è un messaggio, nel tutto: la Bellezza è un lampo che riassume l’Eternità!
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