Dipinto durante un soggiorno al mare, nel secondo periodo della sua carriera artistica. L’originalità (e la difficoltà) dell’opera sta proprio in quell’assenza di riferimenti terrestri: solo mare e cielo ad occupare lo spazio senza dividerlo, in un gioco di tenui colori che non si ripetono ma si differenziano tra loro. Eppure, pur senza sfondo e senza primo piano, nel mare si coglie la lontananza, e le nuvole si stemperano fino all’orizzonte: più vicine o più lontane, non ci si può confondere.
Questa era una delle principali preoccupazioni dell’Artista nel dipingere: rispettare la profondità, riprodurre gli stacchi, evitare il quadro “piatto”. E in questo senso sfidava la Sue possibilità, cercando soggetti sempre più difficili – e cosa più difficile di una semplice linea orizzontale? Evitando la scontata divisione a metà dell’altezza e la centralità della sorgente di luce data dal sole nascosto, ha saputo ricreare la profondità del quadro e la lontananza dell’orizzonte, verso il quale si vorrebbe volare senza battito d’ali.
Nessuna fotografia rende la morbidezza rosata di questo quadro, in cui l’olio è usato con la delicatezza di pastelli, o di acquerello.