Linee appena tracciate, colori soltanto impostati: un’opera cui ha rinunciato. Capitava, a volte, che non ritrovasse più la medesima luce, che l’orologio o il calendario non permettessero altre pose, che l’interesse venisse attratto altrove: all’Artista finire “a memoria” o modificare secondo il suo senso estetico sembrava una bugia, quindi tralasciava, riservandosi poi di grattare la tavola e prepararla per una nuova stesura.
Stranissima, in questo caso, la firma grattata: solitamente la firma era l’ultimo definitivo atto di un’opera, dopo la quale non appoggiava più il pennello alla tela. Forse la firma apparteneva ancora ad un’altra opera, finita in una certa fase artistica e grattata dopo anni, per maturazione o insoddisfazione.
Rimane l’originalità della luce che, cominciando in cielo a destra sui toni del rosa, si riflette sul lago e sui tetti, trasformandosi gradualmente in tonalità azzurrognole verso il basso a sinistra.
Messaggio emotivo: salendo, ci si chiarisce …