1986 – dal dépliant della Mostra alla Galleria Spada – Varese (18-31 ottobre)
Nella personalità e nell’arte di Nuzzi Chierego, l’aspetto che subito colpisce è la poliedricità: pur nell’unità d’un inconfondibile stile esprime la completezza della Sua Anima.
Ogni sentimento è presente, accanto al suo contrario:
gioia vivida, irruente ed esplosiva nel fiorire improvviso di alberi e arbusti;
malinconica, aerea spiritualità nel grigio-azzurro dei laghi;
maturo e giovane entusiasmo, tenace volontà di vita nei brillanti verdi di alberi e prati;
muta, vibrante contemplazione nelle luci statiche ed interne delle nature morte;
pacata, struggente tenerezza nei morbidi gialli delle stoppie;
illuminato ma sofferto tormento nei cangianti blu delle marine;
attonita gratitudine, quasi un inno sussurrato, nelle prospettive che si perdono oltre la tela, nei contorni sfumati da nebbie, nell’intrecciarsi di rami e cielo;
solitaria intimità negli scorci appartati che sa scegliere, trovare là dove noi, forse ogni giorno, posiamo gli occhi senza vederli…
Nuzzi Chierego dipinge la terra, ma parla di cielo;
fissa paesaggi esteriori ma evoca momenti interiori;
ritrae o scolpisce visi ma svela anime:
posare per Lei è più che specchiarsi, perché nei Suoi ritratti rimangono imprigionati sentimenti, temperamento, esperienze vissute, speranze inespresse…
La cosa più affascinante è che neppure Ella sa come avvenga tutto questo: in tutta umiltà segue un inesplicabile impulso sconosciuto ai critici e familiare solo agli artisti, un’armonia che è solo Sua, sentendo di amar l’Arte e di viverla più che di inventarla.
Ciò che Nuzzi Chierego ci propone non è solo Suo: ripete a noi, in silenzio, gli accenti che già udimmo, le luci che già ci sedussero, le emozioni che già ci fecero vibrare… e ci ritroviamo con il meglio di noi stessi.
Alba Canali