Nuzzi Chierego lo dimostra in atto con i Suoi dipinti esposti dal 28 maggio al 6 giugno, al Palazzo dei Congressi di Stresa, dove si è accolti dal busto bronzeo di Zandonai.
È un omaggio della Chierego, nel 1° centenario della nascita del grande Maestro ed è una ouverture dolcissima alla policroma sinfonia delle circa sessanta partiture che l’Artista ci offre, armonizzate nell’andante moderato delle nature morte, nell’allegro ma non troppo dei ritratti, nel largo solenne ed intimo dei paesaggi.
È una musica che viene dall’anima. Perché Nuzzi Chierego dipinge con l’anima. Supera il sentimento in dissolvenza ascetica e si sublima nel misticismo umanizzato della Sua arte.
Con la luce diffusa ed endogena delle nature morte e dei fiori ci immerge nella contemplazione. Assurge a scavo psicologico spiritualizzante nei ritratti, prototipi di ascensioni umane. Dilaga in adorazione con i paesaggi aperti all’infinito, dove tutto è bello perché è libero, perché è grande. Come Dio.
Si eleva in osmosi sublime del Suo stato emozionale e della libertà soggettiva dell’interpretazione, ricercato perielio della Sua conquista artistica.
E, così, la sinfonia si dissolve in polifonia gregoriana che concilia l’uomo con il cielo. È un modo squisito di esprimere la propria Fede: i dipinti di Nuzzi Chierego sono il Suo atto di Fede.
Platone diceva che La bellezza è discesa dal cielo per salvarci. Nuzzi ha tradotto il classico teorismo greco in un caldo esistenzialismo cristiano e l’ha definito nell’esplicita tematica di questa mostra: Amate l’arte: è dono di Dio – per l’uomo – e consolazione.
È il suo messaggio augurale per gli uomini del Suo e del nostro tempo.
Noi la ringraziamo.
a. guarneri