L’Araldo dell’Arte. Milano, 20 novembre- 30 dicembre 1948
Gli artisti triestini
Avvenimento singolare è stato la Mostra dei pittori e scultori triestini, da Ranzini. Mostra di complesso che (lo dicemmo nel nostro discorso di inaugurazione) rivelava un clima: clima serio, posato, sano, non corroso da sbandamenti e snobismi che tanto incidono altrove. Clima in cui gli scherzi attaccan poco, in una parola, e tutti lavorano con reverenza e entusiasmo dell’arte. Solo da un clima simile poteva nascere una fiera e potente opera come Ego sum vita di Sofianopulo, che per prestigio e bravura potrebbe darsi a un maestro antico. In questa mostra le belle cose spesseggiavano, e lo spazio così esiguo, non basta a notarle. Erano convenuti una cinquantina di artisti. Ricorderemo perciò solo, di sfuggita, i limpidi paesaggi di Baroni, gli impulsivi, vibranti cavalli di Del Drago, il solido e preciso Arlecchino di Falzari, i pulsanti e caldi paesaggi di Furlani, le fini e sicure figure di Passauro, gli incisivi Comignoli di Toppi, e tra le sculture i solidi e significanti saggi di Nuzzi Chierego, i bei ritratti di Teodoro Russo e i fantasiosi e vibranti cavalli di Teofrasto Russo. Sono poi da ricordare per pregi vari le opere di Aversano, Bardi, Bernardi, Blason, Basecchia, Borghetti, Camerini, Cavalieri, Cumaz, Ernè, Goebel, Griselli, Klodich, Lonschar, Lonza, Loprieno, De Martignago, Migliorini, Palazzi, Pilato, Roncalli, Russi, Magda e Rosa Schmidt, Sergo, Stracca, Stravisi Nella e Tullio, Vanni, Zanverdiani, Ziska, Zobra, De Castille, Navinguerra, Rovan, Spagnolo e Tamaro. Nel complesso una mostra di elevato tono e di timbro assai significativo che come tale è stata valutata e pregiata dall’ambiente artistico milanese.
Carlo Bianchi