Opere pubbliche

B 4.Museo di Rjeka (Fiume), Croazia

Olio su tela h cm 65,3 x 53 Inventario n° 40 Acquistato durante la Mostra nel 1941

Codice: LP B004

Data: 1937

Collocazione:


Museo Arte Moderna e Contemporanea
Dolac 1 / II, 51000 Rijeka, Croatia 

www.mmsu.hr

                              B 4. Bambini dell’Alto Adige

La stampa disse:
1938, mercoledì 1 giugno, anno XVI – Da “Il Piccolo della Sera”, pag. II, Cronache delle Provincie giuliane: La Mostra della pittrice e scultrice Nuzzi Chierego-Ivancich – ad Abbazia , firmato e.c. (Ettore Cozzani)
Sono i bambini però quelli che specialmente attraggono la gentile artista; con essi ella gioisce, e sente vibrare l’animo in unisono a quello spirito di maternità che domina tutta la Mostra come un vessillo di vita e di fede. Ed ecco il gustosissimo quadro dei “Bambini d’Alto Adige”, tre paffuti fanciulli biondi e dagli occhi cerulei, graziosamente goffi nell’ingenuo atteggiamento della posa; oltre ai valori cromatici espressi con una foga che piace, c’è nel quadro profusione di amore infantile, di poesia paesana, di vita semplice e sana. Esso apre la via ai ritratti di bambini, uno più vivente dell’altro, … (omissis)

Presente alle mostre:
- 1938, Abbazia, Padiglione delle Esposizioni, dal 29 maggio al 12 giugno (a cura dell’Associazione Donne Artiste e Laureate)
- 12 – 26 gennaio 1941 Galleria Geri, Via Fatebenefratelli, 21 – Milano (fotografia su dépliant )
- 14 dicembre 2006 - 18 febbraio 2007 "Fiumans - Rijeka situation 1920-1940" al Museo di Arte Moderna e Contemporanea a Rijeka (Croazia)

Foto dell'opera è stata pubblicata:
- 1938: Attività muliebre, Rassegna bimestrale dell’Alleanza Muliebre Culturale Italiana, Milano – Anno VII, Marzo-Aprile XVI, pagg. 14-15, con un articolo di Cesara Mottironi.
- 1938, dicembre: Rivista di Bergamo, anno 17 N° 12, pagg. 524 e 525 a seguito della Mostra alla Galleria Permanente dal 9 al 23 ottobre a Bergamo, con commento critico:
“Altro tema preferito dalla Nuzzi Chierego è il bambino. Ecco treccioline bionde, occhi azzurri, piccina al sole, bambini d’Alto Adige, pigiamino rosa, un’accolta gentile e vivace, dolce e birichina che procura al riguardante un senso di serenità, di affettuosi, puri pensieri. Fra essi la mia preferenza è per bambini d’Alto Adige, tre paffuti boccioli umani biondi, dagli occhi cerulei, graziosamente goffi nell’ingenuo atteggiamento della posa. (p. landi)
- 1941: dépliant della mostra dal 12 al 26 gennaio 1941 alla Galleria Geri, Via Fatebenefratelli, 21 – Milano
(...) Sono i bambini però quelli che specialmente attraggono la gentile artista; con essi elle gioisce, e sente vibrare l’animo in unisono a quello spirito di maternità che domina tutta la Mostra come un vessillo di vita e di fede. Ed ecco il gustosissimo quadro dei “Bambini d’Alto Adige”, tre paffuti fanciulli biondi e dagli occhi ceruli, graziosamente goffi nell’ingenuo atteggiamento della posa; oltre ai valori cromatici espressi con una foga che piace, c’è nel quadro profusione di amore infantile, di poesia paesana, di vita semplice e sana. Esso apre la via ai ritratti di bambini, uno più vivente dell’altro, (…) (E. Cozzani)
- 2006: Catalogo Mostra collettiva di Fiume, Museo Arte Moderna e Contemporanea, pag. 35 cliché a colori cm 13 x 10,5.

2022 - "Nuzzi Ivancich Chierego, da Fiume a Riccione (e a Rimini), Ariminum, Storia, arte e cultura della Provincia di Rimini, Anno XXIX n. 2 Marzo Aprile 2022, a cura di Alessandro Giovanardi, Docente di Arte Sacra e di Iconografia e Iconologia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini-San Marino-Montefeltro; cura le attività culturali della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e dirige la rivista di storia, arte e cultura «Ariminum».
https://www.storiaeletteratura.it/autori/giovanardi-alessandro/8292
(In una locandina di mostra) Alba Canali, racconta il senso di questa liberazione dal soggettivismo estremo delle lacrime o della gioia, a favore di un'evocazione del sentire originario, di un'anamnesi dell'esperienza universale: «Ciò che Nuzzi Chierego ci propone non è solo suo: ripete a noi, in silenzio, gli accenti che già udimmo, le luci che già ci sedussero, le emozioni che già ci fecero vibrare».
E sono queste luci, queste emozioni primigenie, fondanti, bisognose di raccoglimento che promanano dall'aura scintillante, domestica ed enigmatica dei suoi dipinti, accolti anche in prestigiose collezioni pubbliche, a Fiume e a Milano (figg. 8-10): assorti in un'atmosfera di luce così pura che sembra promanare dallo studio dei grandi maestri Piero e Vermeer, Seurat e Casorati. A volte i suoi personaggi respirano l'aria d'altura, vertiginosa e inebriante, della poesia di Antonia Pozzi, in altri casi dimorano la dimensione pensosa e metafisica di un interno borghese novecentesco, sospese tra astrazione filosofica e perfetto dominio della sfera mondana. Il loro rivolgersi a noi, come scrive Giovanni Giraldi, compone «discorsi di sola luce, di solo colore, di sole tonalità».
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