12 – 26 gennaio 1941
Galleria Geri, Via Fatebenefratelli, 21 – Milano
Ho presentato qualche anno fa quest’artista che muoveva i primi passi con la deliziosa esitazione delle anime in cerca di se stesse, ma con una ancora inconsapevole e tuttavia profonda gioia di vivere e rendere la natura nel paesaggio e nella figura umana.
La donna ritorna a noi ora con una serie di opere che, anche soltanto come mole di lavoro e varietà di temi e di tecniche, le fanno onore perché testimoniano l’ardore della sua passione e il godimento della fatica.
Essa cerca e si cerca ancora.
Ma già talune note si accordano in quello che sarà domani in ogni sua opera lo stile personale dell’artista.
Se si avvicinano certi crepuscoli (o certe velate tonalità crepuscolari) su laghi quieti e in cieli malinconici, a certe nature morte in cui i fiori hanno un sorriso discreto e quasi timido in un’atmosfera di raccoglimento di interni, e a certi ritratti come quello di una giovinetta romena in rosa e amaranto, ci s’accorge che Nuzzi Chierego ha una nascosta unità di ispirazione pittorica che fa da centro alla forza espansiva della sua anima avida di tutte le varietà.
In queste opere più legate da rispondenze spirituali, che sono il nucleo vitale dell’artista, si rivela un’aristocrazia di colorazioni e una gentilezza un po’ nostalgica di espressione, e quel bisogno di rappresentare la realtà con mezzi delicati e toni smorzati, in cui forse è il carattere distintivo di quest’anima.
Ma la Chierego non si confina dentro una gamma di sensazioni e di espressioni; si slancia anzi con foga e conquiste sempre più ampie e varie, nei suoi mari, nei suoi colli nevosi, nelle sue case e barche veneziane: sbatter l’ala un poco randagia di qua e di là dove si leva un grido di richiamo, provarsi a tutte le difficoltà e a tutte le maniere, sviluppare tutte le possibilità della bellezza.
Non è male; sarà bene quando anche queste impressioni diverse e a volte contradditorie si affineranno e armonizzeranno in uno stile proprio e inconfondibile, che unifichi nel senso umano e spirituale della “personalità” le più differenti e distaccate rappresentazioni della vita.
Nuzzi Chierego si è anche data con impeto nuovo all’interpretazione della figura nel ritratto; e in un vero mondo che pare essere il suo mondo poetico: quello dei bambini nelle sale e nelle raccolte camere della Maternità: un tema in cui ha già svolta qualche musica accorata e ridente insieme; come nel ritratto ha già mostrato di saper cogliere e rendere qualche carattere: che è la gran prova.
L’artista espone in questa mostra anche talune sculture.
Come nella pittura passa con disinvolta bravura, che rivela la sua sete di sensazioni tecniche, dal pastello all’olio, dall’olio al disegno, così passa dalla pittura alla scultura, e nella scultura, dal getto in cemento (il ritratto del marito) alla fusione in bronzo (la statuetta di adolescente a occhi chiusi) al marmo lavorato dalle sue mani.
In questo campo della scultura diretta, essa ci dà i risultati migliori in “Candore”: valori plastici singolarmente sicuri in una scultrice che è alle prime opere, ma sopra tutto una composizione sobria, elegante e animata; e una espressione, che si raccoglie nel sorriso della giovinezza ingenua e lieta di sentirsi vivere giovane e bella.
Credo che dopo la prima ardita promessa non potevamo chiedere di più a Nuzzi Chierego; e che usciamo dalla sua esposizione certi che la ritroveremo tra qualche anno ancora, padrona assoluta di tutte le sue ispirazioni e di tutti i suoi mezzi espressivi, su qualche cima.
ETTORE COZZANI
Elenco delle opere
1. Compagni di riposo
2. Maternità
3. Bambine d’Alto Adige
4. Madonna di Senales
5. Paesaggio svizzero
6. Paesaggio svizzero
7. Trasparenze
8. Primavera sul Lago di Como
9. S. Giuliano Milanese
10. Alla spiaggia
11. Bimba dormiente
12. Fior di pisello
13. Prime gemme
14. Ranuncoli
15. Lago Maggiore
16. Parco di Lugano
17. Pescatori
18. Locarno
19. Bambinaia al “nido”
20. Gabicce
21. Castello scaligero (Sirmione)
22. Alba burrascosa (Sirmione)
23. Gli Ulivi (Sirmione)
24. Tramonto sul Garda
25. Tormento di ulivi
26. Spiaggia di Sirmione
27. Tramonto dalle Terme di Catullo
28. Rose
29. Mare Adriatico
30. Alba a Gabicce
31. Inverigo
32. Sera a Gabicce
33. Porto di Gabicce
34. Tramonto al mare
35. Tramonto in Alto Adige
36. Crocefisso
37. Papaveri
38. Bambino
39. Passo Cereda
40. Baite a Passo Cereda
41. Un bambino del “nido”
1. Annunciazione (scultura)
2. Nudo (scultura)
3. Verso la vita (scultura)
4. Bruno (scultura)
5. Bambino dormente (scultura)
6. Candore (scultura)
La stampa disse:
Corriere della Sera, 21 gennaio 1941 – Anno XIX, “Artisti che espongono”
Nuzzi Chierego
Coraggio accompagnato da grazia muliebre e fortuna caratterizzano i ritratti, le variazioni sul tema della maternità, i paesaggi e i vasti quadri di fiori della pittrice Nuzzi Chierego. Bisognerebbe parlare di simpatica ingenuità, se non si notassero quasi in ogni pezzo intuizioni giuste servite da una seria applicazione. Chiarezza, larghezza e scioltezza sono le qualità a cui la Chierego tiene,crediamo, più che alle altre. La sue buone disposizioni vengono poi provate anche dalla naturalezza o disinvoltura con cui ella scolpisce busti, teste e figurette. Nuzzi Chierego espone alla Galleria Geri.
Gianni Vagnetti
La Sera - Milano, Mercoledì 22 Gennaio 1941 – Anno XIX
Nuzzi Chierego
Di Nuzzi Chierego pittrice s’è parlato altre volte. Ritroviamo questa artista che dispone d’una vibrante e affinata tavolozza e d’un sapiente e morbido sfumato nei pastelli con una nuova affollata mostra, ricca d’una settantina di dipinti, alla galleria Geri in Via Fatebenefratelli, 21. I paesaggi della pittrice son sempre ispirati, limpidi e perlati d’intenso azzurro quelli del Garda, che da un punto di vista unitario ci paiono i più felicemente espressi. L’umanità è fonte di molte sensazioni all’artista, nei dipinti di bimbi, spesso arguti in un loro sapore e gusto spadiniani, nei ritratti, taluno piantato con fervore e forza di calda pittura.
S’ha ora da far cenno all’opera di scultura. Nuzzi Chierego s’è svolta con rara felicità su questa strada. Rammentiamo i primi lavori, due anni or sono, incerti sebbene entusiasti, sul nuovo cammino. L’artista si trova a suo agio nel nuovo esprimersi. Plastica con gusto, penetrazione, finezza, possesso dei volumi e domina il marmo con disinvolta padronanza. Il bel busto Candore la designa scultrice, specie pel modo con cui fa risaltare il gioco finissimo degli avambracci e delle mani: delicata purezza d’accenti, che promette assai bene. D. B.
LA VEDETTA D ’ITALIA - 30 gennaio 1941 – Anno XIX
Successo milanese di Nuzzi Chierego Ivancich
La concittadina Nuzzi Chierego Ivancich socia del nostro Circolo Donne Artiste e Laureate, ha tenuto a Milano una mostra personale dei suoi nuovi lavori di pittura e scultura.
Riportiamo per intero la critica di Bonardi pubblicata ne “ La Sera ” di Milano: (…)